lunedì 4 marzo 2013

STANZA CHE VAI, LUCE CHE TROVI

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Ogni stanza è un mondo. Questi mondi possono risultare ospitali, accoglienti, luminosi, come bui, inospitali, oppressivi a seconda di come sono illuminati.
La luce che illumina la nostra casa si divide essenzialmente in due tipi:
·      Luce naturale
·      Luce artificiale.
La prima è quella che entra dalle finestre mentre la seconda è quella generata dalle lampadine che abbiamo installato.
Una buona progettazione della luce naturale dovrebbe garantire negli ambienti interni una buona visuale per le attività che in essi si svolgono durante tutte le ore diurne senza necessità di accensione di luci artificiali. Nello stesso modo una buona progettazione dell’illuminazione artificiale deve garantire, in assenza di sole, la continuazione delle attività previste senza affaticamento degli occhi (sia per ambienti indoor che outdoor).
Tutto ciò significa che la luce, sia essa naturale o artificiale, deve essere uniforme, non devono esserci coni d’ombra o cambi improvvisi di luminosità e tutte le superfici di lavoro devono essere ben illuminate.
Da dove partire quindi per decidere che luci installare, dove e in che numero o come disporre le finestre?
Diverso è il procedimento che si deve seguire a secondo che si tratti di luce naturale o luce artificiale.
Per la luce naturale occorre analizzare l’orientamento dell’edificio, le eventuali ostruzioni presenti (balconi, porticati, alberi, edifici/palazzi adiacenti), il numero di piani dell’edificio stesso e la latitudine a cui ci si trova. Conoscendo quindi la destinazione d’uso di ogni stanza si possono andare a disporre e dimensionare le aperture e decidere che tipo di vetro utilizzare ed eventualmente corredare le finestre di frangisole. Per quanto riguarda la luce naturale qui mi fermerei in quanto su di essa è difficile intervenire (ma non impossibile!) se l’edificio è già esistente. 

Concedetemi ancora due parole sulla luce naturale. Se siete in fase di progettazione di un nuovo edificio o di una ristrutturazione non sottovalutate questo aspetto, sia per la resa finale del progetto ma anche per la salvaguardia del vostro portafoglio: meno si accendono le lampadine e meno energia elettrica si spende: i conti li lascio a voi. Ultimo aspetto a cui volevo farvi riflettere è la scelta del tipo di vetro; come saprete sono una fan dell’efficienza energetica e quindi sarei la prima a suggerirvi vetri doppi o tripli basso emissivi, ma fate attenzione che più le finestre sono termicamente efficienti e meno si lasciano attraversare dalla luce solare, per cui magari occorrerà aumentare la superficie finestrato o aggiungervi dei tubi di luce.
Discorso differente invece per la luce artificiale. Ciascuno di noi può più o meno facilmente intervenire sull’illuminazione artificiale della propria casa. La mia formazione pratica mi porta a partire dall’analisi della destinazione d’uso di un ambiente e dei sui piani di lavoro per passare quindi all’analisi delle finiture delle superfici verticali ed orizzontali. Una superficie scura tenderà soprattutto ad assorbire la luce mentre una chiara, magari lucida, sicuramente la rifletterà. In una camera da letto non avrò bisogno di una luce generale forte come magari in una cucina o in un bagno, ma nello stesso tempo avrò bisogno che la zona armadi sia ben illuminata per non scambiare il blu con il nero. Riflettiamo sulle seguenti attività: cucinare, mangiare, cucire, leggere, truccarsi, radersi, guardare la tv, fare bricolage; ognuna di queste attività ha bisogno di una particolare illuminazione differente dalle altre. Per ottenere questa particolare illuminazione occorre saper scegliere l’apparecchio e installarvi la “lampadina” giusta.
Gli apparecchi a seconda di come sono progettati proiettano la luce in modo disperso oppure in modo più o meno direzionato. Le “lampadine” che si installano hanno una luce più o meno calda e sono in grado di “rendere” più o meno bene i colori. A tutti sarà capitato di dover avvicinarsi ad una finestra per capire se un golf fosse blu o nero? Questo dipende dalla lampadina, basta utilizzare una fonte luminosa a più largo spettro, ciò che proietta una luce più simile a quella solare, e non si uscirà più da casa con un calzino blu e uno nero!
Voglio ora darvi qualche indicazione generale su come impostare le luci del vostro appartamento in via generale.
La luce diffusa è essenziale per ottenere un’illuminazione gradevole e sufficientemente dosata negli ambienti. Occorre evitare l’abbagliamento diretto, indiretto o riflesso a meno che non si voglia ricreare una spiaggia assolata alle 12:00 del 15 di agosto. Gli apparecchi per ottenere questo effetto sono quindi apparecchi dotati di filtri che lasciano passare la luce in modo morbido ed indiretto (piantane, lampadari o faretti). Si possono tuttavia sfruttare anche apparecchi che generano luce diretta installandoli rivolti verso il soffitto o la parete al di fuori del campo visivo degli occupanti. Infine la luce per rilassarsi è una luce diffusa leggera come quella delle lampade o delle abat-jour.
In cucina, in garage, in bagno, nel ripostiglio, in cantina e nel guardaroba sarebbe opportuno installare una luce generale forte (circa 35 W/mq). 
 In ingresso, nei corridoi, nelle scale, nella zona notte la luce generale può essere media (circa 15-20 W/mq).
Nelle camere da letto eviterei l’ormai obsoleta luce centrale per installare lampade da terra con luce orientata ed illuminazioni a muro orientate verso il soffitto e la parete.
Sui piani di lavoro della cucina e della lavanderia, sulla scrivania e sulla specchiera del bagno, nell’angolo lettura e sulle pareti con quadri e collezioni si dovrebbe istallare una luce concentrata forte (tra i 100 e i 125 W a seconda dei casi). 
Nei bagni l’ideale è l’utilizzo di luci lungo i lati degli specchi con lampade a luce naturale (evitare i neon). Per lavorare o studiare installerei una lampada snodabile e regolabile ad una altezza tale che il fascio di luce non sia all’altezza degli occhi e non crei abbagliamento. Per la lettura userei una lampada orientabile da terra posta dietro la poltrona che illumini direttamente il libro senza creare zone d’ombra. Per evidenziare un quadro od una collezione un faretto a parete o a soffitto, od ancora su binario che illumini direttamente l’oggetto facendo attenzione a non trasformare la casa in un museo. Per la stanza TV occorre evitare il buoi intorno all’apparecchio ma basta una luce soffusa sull’apparecchio stesso o perché no una bella lampada di design sul mobile TV stesso.
Sul tavolo da pranzo, nel soggiorno, nella camera dei giochi la luce ideale si può definire concentrata media (circa 60 W).

Per mangiare serve una lampada a soffitto o una lampada a stelo la cui fonte luminosa arrivi verticalmente al centro del tavolo per illuminare cosa si mangia e il viso dei commensali facendo però attenzione a non abbagliare i vostri ospiti.
Nelle zone relax, accanto alla TV, nella camera dei bambini durante le ore notturne o per le sale dedicate all’ascolto della musica installerei una luce bassa diffusa (circa 20-30 W).

Infine si possono ancora installare luci di cortesia nei corridoi o sulle scale, sia per evidenziare il cammino che per far risaltare un elemento architettonicamente notevole e creare così un’emozione.

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