lunedì 14 luglio 2014

Un, due, tre: Copenhagen

Eccomi di ritorno da Copenhagen. Che trauma atterrare a Malpensa con il diluvio. E pensare che ero partita con il mio giubbottino impermeabile in valigia ed ho finito per scottarmi le spalle! Penso di aver avuto la fortuna di visitarla nei suoi tre giorni più caldi dell'anno: 30 gradi abbondanti per giornate interminabili.
La città che ho visitato era luminosa, calda, soleggiata, piena di gente, con attività e negozi aperti fino a tardi. Mi sono persa nei suoi vicoli ed ho adorato il tour sul canale ma soprattutto dopo 20 anni ho ripreso in mano la bicicletta e non sono state tutte rose e fiori.
Io che sono una sportiva da salotto, ho adorato usare la bicicletta anche per andare in auditorium ad un concerto di flamenco rientrando a casa alle 23:00 con il tramonto davanti agli occhi.



I primi due giorni li ho passati in città facendo la turista: sono entrata in tutti i negozi di design (e vi assicuro che sono tantissimi), ho sonnecchiato nei prati e mangiato seduta sul bordo dei canali. Ad ogni angolo si trovano negozi di frutta e fiori con la merce esposta fin sulla strada. Le macchine per strada sono pochissime ma in compenso ai semafori nelle ore di punta si creano code lunghissime di biciclette. Le famiglie numerose sono attrezzate con biciclette a tre ruote e sul davanti un cassone dove alloggiano i bambini e la spesa della giornata. 
Ho avuto anche la fortuna di essere lì durante il Jazz Festival e in ogni strada, piazza e parco c'erano concertini di artisti da tutto il mondo. 
Il sole mi ha anche permesso di fare lunghe passeggiate sulla spiaggia ed ammirare un surreale paesaggio moderno fatto da fila di pale eoliche che uscivano dal mare e dall'immagine sfocata dei 17 km di ponte che collegano la città con la svezia. 
Due giorni davvero diversi da come me li ero immaginati!





Il terzo giorno sono stata accompagnata a visitare  un paesino di pescatori al sud, Dragor. Il borgo formato intorno alla piazza principale ha stradine strette piene di fiori e si affaccia sui tipici stabilimento balneari del nord. Nella piazza ho avuto anche la fortuna di trovare un mercatino di artisti locali (ma questo ve lo racconto in un altro post). Le case qui sono costruite con i tetti in canniccio, le assi sulle pareti sono a vista e sulle finestre dei vicoletti stretti sono montati sistemi a specchio che permettono di controllare il vicolo seduti sul proprio divano: la versione nordica delle vecchine che chiaccherano sulla porta facendosi i fatti di tutti. Al confine del centro storico c'è un hotel che si affaccia sul mare in cui penso organizzerò presto una vacanza relax.

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